Napoli 1943

Napoli 1943

Ricorre quest’anno l’80°esimo anniversario della liberazione dall’occupazione nazista. Vogliamo ricordare attraverso una mostra gli avvenimenti che hanno coinvolto l’Italia ma in particolare il Meridione nel 1943 dalla firma dell’armistizio allo sbarco degli alleati. Alla notizia della firma dell’armistizio di Badoglio con gli alleati, la reazione dei tedeschi fu vendicativa e  distruttiva. I soldati tedeschi colpirono il popolo italiano distruggendo Archivi, Università, luoghi di cultura e razziando opere darti. Ma con questa mostra non vogliamo solo ricordare ma anche far conoscere ai giovani attraverso i materiali che l’Associazione Amici degli Archivi conserva che il popolo ha lottato per difendere la propria libertà, la propria cultura. I materiali presenti in  Associazione, articoli di giornali, cartoline, documenti universitari  che conserviamo in raccolte e archivi, ripercorrono gli avvenimenti dal 1943 al 1947. Iniziando da un supplemento del Roma del 1943, ristampato due volte per le numerose richieste del pubblico, che riporta articoli di Emilio Scaglione che incita i Napoletani a non arrendersi e che accusa le autorità militari preposte alla tutela di Napoli, di essere venute meno al loro dovere e onore. Di aver disarmato e disperso le truppe, vuotando le caserme, consegnando così Napoli al nemico, violando le clausole dell’armistizio e gli ordini di Badoglio che imponevano la resistenza. I cittadini avevano invece preso le armi e avevano combattuto contro i tedeschi. Così come avveniva a Nola dove il 10 settembre 1943, quando dopo l’annuncio dell’Armistizio i soldati dell’esercito tedesco ordinano agli ufficiali italiano di consegnare le armi. Al loro rifiuto, nasce un litigio che ha come conseguenza l’uccisione di un ufficiale tedesco. Per vendicare il loro ufficiale, il giorno dopo, i tedeschi uccidono un ufficiale italiano che sventola bandiera bianca e ne scelgono altri 10 da fucilare. Venti giorni dopo un gruppo di cittadini nolani attaccano la caserma procurandosi le armi per lottare contro i tedeschi. Il 12 settembre truppe tedesche incendiano l’Università di Napoli, in particolare l’edificio dove erano il Rettorato, la Direzione Amministrativa , le segreterie e la presidenza di alcune Facoltà e nell’ Archivio di Vittorio Amicarelli conservato presso l’Associazione sono conservati documenti che testimoniano i danni dell’incendio , e delle razzie delle truppe tedesche nella Facoltà di Architettura a Palazzo Gravina che diventa poi sede del Comando Alleato. Abbiamo infatti una lettera del detto Comando che autorizza il professore Amicarelli ad entrare in Facoltà per recuperare libri, documenti e strumenti che gli sono necessari per svolgere la propria professione. E una dichiarazione della custode della Facoltà , nella quale afferma che i tedeschi il 13 settembre entrando nei locali della facoltà avevano portato via una macchina da scrivere ed effetti personali a testimonianza delle razzie effettuate dai tedeschi che non si limitavano solo ad armi o a opere d’arte e beni culturali ma anche ad effetti personali, l’importante che appartenessero a italiani. Questo ci è testimoniato da un altro documento, una richiesta di risarcimento del Ministro Giovanni Capasso Torre di Caprara, al Ministero degli Affari Esteri. Nella richiesta il Ministro Capasso spiega che richiamato in servizio nell’ottobre 1943, si trasferiva con la famiglia a Venezia per dirigere l’Ufficio  di Collegamento tra il Ministero degli Esteri della Repubblica installato a Salò e il Corpo Diplomatico dei paesi del Tripartito concentrato a Venezia. Qui restò fino all’ottobre del 1944 quando fu incaricato di trasferirsi in Austria e precisamente a Zurs. Richiamato in Italia nel marzo 1945, dovette lasciare il territorio austriaco con mezzi di fortuna, potendo portare con se solo pochi effetti personali, lasciando invece il grosso del suo bagaglio al deposito della stazione ferroviaria di Langen. Ma l’autocarro sul quale venivano trasportati i bagagli fu requisito dai tedeschi e il bagaglio aperto e saccheggiato. Essendo venuto a conoscenza in ritardo della possibilità di poter essere risarcito delle perdite subite inoltra la sua richiesta nel 1952. Ancora abbiamo testimonianze su Montecassino, dove  furono portate opere preziosissime tra cui il Tesoro di San Gennaro. Opere messe in salvo grazie al tradimento del generale il generale Frido von Senger un Etterlin che dirottò i camion sui quali furono messe tutto il patrimonio custodito nell’Abbazia verso il Vaticano. Articoli che ripercorrono gli avvenimenti dal  salvataggio delle opere alla distruzione dell’Abbazia. si conservano le cartoline che furono  vendute per finanziare la ricostruzione dell’Abbazia. Ancora, riguardo alle opere salvate e recuperate dai nazisti, abbiamo il discorso di Guido Conella tenuto il 9 novembre 1947 alla Farnesina per la cerimonia dell’inaugurazione della Mostra delle opere di arte recuperate in Germania. Erano presenti alla cerimonia il Presidente della Repubblica De Nicola, il Presidente del Consiglio De Gasperi, i membri del Governo e del Corpo diplomatico, il gen. Clay governatore della zona americana della Germania; e articoli di giornale sul film Monuments Men, ispirato alla vera storia della squadra dei Monuments, Fine Arts and Archives messa in campo dalle forze alleate. Nel 1950 i Monuments Men avevano restituito più di 2 milioni e mezzo di pezzi. Il film ha gettato benzina sul fuoco su un caso, quello Gurlitt, che aveva suscitato forte pressione sulla Germania. Conserviamo, infine, fotografie del 1943 dalla Raccolta del professor Raimondi, fotografie che ritraggono soldati in varie situazioni, seduti ai tavolini di un bar nella Galleria Umberto o seduti su dei gradini a chiacchierare. Foto del Vesuvio visto da Napoli, del lungo mare. Della Galleria Umberto e il Teatro San Carlo e alcuni particolari come un carro funebre. 

Elenco Mostra 1943

  • 2°Supplemento del 2 ottobre 1943.ROMA. 

Dopo ventuno anni di fascismo- Dopo ventuno giorni di  terrorismo nazista. IO ACCUSO!

Riproduzione in un secondo supplemento degli articoli più significativi, a fronte delle numerose richieste del pubblico in quanto esauritosi rapidamente il Roma del 2 ottobre e il supplemento ristampato l’8 ottobre. Si tratta di due articoli di Emilio Scaglione, nel primo accusa le autorità militari preposte alla tutela di Napoli, di essere venute meno al loro dovere e onore. Di aver disarmato e disperso le truppe, vuotando le caserme, consegnando così Napoli al nemico, violando le clausole dell’armistizio e gli ordini di Badoglio che imponevano la resistenza. Mentre i cittadini volevano battersi e difendersi. Nel secondo articolo afferma che il popolo italiano è sempre rimasto lealmente amico delle due Potenze Unite, e che Napoli e il Mezzogiorno è legato all’Inghilterra già dalla tirannide borbonica, di conseguenza il terrorismo nazista ha solo riacceso e non creato uno stato di animo popolare .

  • Giornale di Napoli. 6 ottobre 1943

Gli alleati Avanzano.

Una pagina del Giornale di Napoli con vari trafiletti che descrivono la situazione generale nel mondo sull’avanzata delle truppe alleate. Sul fronte russo, l’arcivescovo di York ha parlato al Cairo rassicurando i religiosi che il futuro della Religione in Russia poggia su basi sicure, portando con sé un’icona raffigurante S.Giorgio e il drago. Nei Balcani le truppe italiane si sono uniti a soldati albanesi e iugoslavi contro i tedeschi. Roma ancora in mano tedesca, il presidente Roosevelt ha dichiarato che è preciso dovere dei Tedeschi risparmiare monumenti culturali e artistici di Roma. 

  • Il Mattino,8 settembre 2013.Cronaca e Società

Nola, quei giorni del ’43: memoria di una strage e di una sollevazione. Undici ufficiali italiani fucilati dai tedeschi: fu il primo eccidio nazista dopo l’Armistizio.

Un articolo sull’eccidio di Nola del 10 settembre 1943, quando dopo l’annuncio dell’Armistizio i soldati dell’esercito tedesco ordinano agli ufficiali italiano di consegnare le armi. Al loro rifiuto, nasce un litigio che ha come conseguenza l’uccisione di un ufficiale tedesco. Per vendicare il loro ufficiale, il giorno dopo, i tedeschi uccidono un ufficiale italiano che sventola bandiera bianca e ne scelgono altri 10 da fucilare. Venti giorni dopo un gruppo di cittadini nolani attaccano la caserma procurandosi le armi per lottare contro i tedeschi.

Una Lettera. «Caro figlio mio qui a Napoli ho visto un popolo eroe»

Trascrizione di una lettera che il 6 settembre 1943 il sottotenente Carlo Straini, di Macerata, al comando di una batteria contraerea di stanza a Materdomini, in provincia di Avellino, inviò al figlio Giuliano, che aveva 7 anni. Una testimonianza di quel che accadeva a Napoli nei giorni e nei mesi che precedettero l’Armistizio.

  • Il Mattino, 12 settembre 2013. Cronaca Napoli

Nola, settant’anni dopo. Cronaca di un eccidio. Undici ufficiali vittime della rappresaglia nazista.

Articolo sulla commemorazione dei settant’anni dall’eccidio di Nola, durante la quale fu presentato il libro di Alberto Liguoro, figlio di uno degli undici ufficiali trucidati a piazza d’Armi l’11 settembre del 1943. Suo padre si sacrificò per salvare la vita di un suo collega. Brillante avvocato e allievo di Enrico De Nicola e fu proprio il primo Presidente della Repubblica a scrivere il testo dell’epigrafe sul monumento eretto dal Comune di Napoli nel cimitero monumentale della città.

  • Corriere del Mezzogiorno. 15 settembre 2013.

Quattro giornate, la vergogna della lapide. Celebrato l’eccidio di Nola, ma a Poggioreale restano il degrado e le scritte cancellate.

In occasione delle manifestazioni del 70° delle Quattro Giornate, un articolo di giornale che ricorda la celebrazione di Nola con la cerimonia al monumento ai caduti e degli undici ufficiali uccisi. In  particolare Enrico Forzati, sepolto a Poggioreale la cui lapide, dettata da Enrico de Nicola, era illeggibile e nell’assoluto degrado.

  • Il Mattino. 4 marzo 2014. Cultura e Società

Montecassino, la verità sul Tesoro. Un ufficiale tedesco «tradì» e salvò i gioielli di San Gennaro: il racconto in un libro-inchiesta.

Grazie ad un documento scoperto  nel 2007 all’Imperial War Museum di Londra, conosciamo il nome di chi ha salvato il Tesoro di Montecassino, il generale Frido von Senger un Etterlin. L’inchiesta condotta da due giornalisti Benedetta Gentile e Francesco Bianchini si è aperta e chiusa con l’esame dei documenti, il riscontro delle testimonianze e soprattutto  la lettura del nuovo documento. Nel loro libro «I misteri dell’Abbazia. La verità sul tesoro di Montecassino», l’indagine da loro svolta vuole finalmente dare giustizia al salvatore del Tesoro, che grazie al suo intervento evitò che il Tesoro di San Gennaro e altre opere preziosissime conservate nell’Abbazia di Montecassino venissero trasportate a Berlino come bottino di guerra. 

  • Corriere della Sera. Domenica 9 marzo 2014. Lettera al Corriere

Il Tesoro di Montecassino come e da chi venne salvato.

Sergio Romano risponde ad un lettore sulla questione della scoperta del salvataggio del tesoro di Montecassino da parte del generale tedesco Frido Von Senger, affermando che questi ne aveva già parlato nel suo libro. Romano sostiene che nelle memorie di von Senger alle vicende del tesoro di Montecassino vengono dedicate poche righe e che la versione Goring ha continuato a godere di un certo credito per molto tempo. Sostiene quindi che il libro di Gentile e Bianchini rende onore a von Senger, e che i due giornalisti avevano ritrovato un lungo memorandum sull’operazione e una dichiarazione giurata da cui risulta che le reali intenzioni della Divisione Goring non erano quelle proclamate dal colonnello Sclegel. Questo memorandum letto da alcuni studiosi è parso credibile.

  • Il Mattino. 15 Marzo 2014. Cultura e Società

Montecassino, memoria amara

Articolo sulla commemorazione del 70esimo anniversario della distruzione di Cassino e dell’Abbazia di Montecassino. La conquista dell’Abbazia di Montecassino, primo centro spirituale costruito da San Benedetto nel 529, fu la chiave per la liberazione di Roma anche se a caro prezzo. Dopo le prime ondate dei bombardamenti , gli ordigni dell’artiglieria: secondo alcuni, da 746 cannoni, 200 mila proiettili sull’abbazia e sulla città. I paracadutisti tedeschi, i Diavoli verdi bloccarono l’avanzata degli indiani e dei Gurkha. Combatterono anche neozelandesi, e le truppe di altre etnie: tutto il mondo della guerra si era dato appuntamento all’ombra del primo centro spirituale di San Benedetto. La questione di San Benedetto occupò tutti i dirigenti delle grandi potenze. Distrutto il monastero, spiega Tasciotti, Hitler esultò, Roosevelt mentì, Pio XII tacque e Churchill non ne parlò per anni. 

  • Il Giornale dell’Arte. Numero 339, febbraio 2014

Che film! Ma non c’è ancora il gran finale

Un articolo sul tema dell’arte saccheggiata dai nazisti, tema che fu riportato alla ribalta dalla scoperta a Monaco delle opere d’arte di Cornelius Gurlitt e ripreso al cinema dal film diretto e interpretato da George Clooney « The Monuments Men». Un film ispirato alla vera storia della squadra dei Monuments, Fine Arts and Archives messa in campo dalle forze alleate. Nel 1950 i Monuments Men avevano restituito più di 2 milioni e mezzo di pezzi. Il film ha gettato benzina sul fuoco su un caso, quello Gurlitt, che aveva suscitato forte pressione sulla Germania. 

  • Il Giornale dell’Arte. Numero 363, aprile 2016

Quel collezionista d’arte è un demonio. La pubblicazione degli inventari della collezione di Hermann Goering evidenzia e quantifica la voracità inesausta ( e incontrollata) di opere d’arte del generale nazista, suicida dopo la condanna a morte di Norimberga: il Catalogo elenca 1376 dipinti, 250 sculture e 168 arazzi, ma anche nomi e cognomi dei venditori e dei derubati.

Un articolo sul Catalogo Goering pubblicato a Parigi da Flammarion, che analizza il per la prima volta il rapporto fra uno dei più importanti gerarchi nazisti e l’arte, e pubblica le foto che rimangono delle sterminate collezioni artistiche di Hermann Goering. Nel catalogo le opere sono presentate con foto, autore, descrizione, modo e tempo dell’artista.

  • Istituto Poligrafico dello Stato.1947. Il Rimpatrio delle opere d’arte reduci di guerra

Discorso di Guido Conella tenuto il 9 novembre 1947 alla Farnesina per la cerimonia dell’inaugurazione della Mostra delle opere di arte recuperate in Germania. Erano presenti alla cerimonia il Presidente della Repubblica De Nicola, il Presidente del Consiglio De Gasperi, i membri del Governo e del Corpo diplomatico, il gen. Clay governatore della zona americana della Germania. 

  • Montecassino. Badia di Montecassino 1947.

Montecassino, Badia di Montecassino, S. Arti Grafiche  e Fotomeccaniche  Sansaini&Co, Roma,1947

  • Abbazia di Montecassino e Cortile

Incisione Vogel del Dormier sc., s.d., ma fine XVIII.

  • Comitato Nazionale Italiano per la Ricostruzione di Montecassino.

Appello al Popolo italiano

Appello al popolo italiano per la ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino nella Giornata di Montecassino del 21 settembre 1947.

  • Com’era …. Com’è 

Cartolina . Montecassino. La Tomba di San Benedetto

Cartolina che ritrae la tomba di San Benedetto prima e dopo la distruzione del 1944.

  • Com’era …. Com’è 

Cartolina . Montecassino. Chiostro bramantesco

Cartolina che ritrae il Chiostro bramantesco prima e dopo la distruzione del 1944

  • Com’era …. Com’è 

Cartolina . Montecassino. Veduta Generale

Cartolina che ritrae la veduta generale dell’Abbazia prima e dopo la distruzione del 1944

  • Com’era …. Com’è 

Cartolina . Montecassino. Cortile Centrale

Cartolina che ritrae il Cortile centrale prima e dopo la distruzione del 1944

  • Com’era …. Or non è più

Cartolina . Montecassino. La Biblioteca Superiore

Cartolina che ritrae la Biblioteca superiore come si presentava prima della distruzione de 1944

  • Corriere della sera.19 novembre 2007. Cronache

Cassino e gli storici: le mappe erano esatte. L’errore fu militare. ͟« Il generale Clark sbagliò strategia»

Articolo di giornale sulla battaglia della linea Gustav e il ruolo di Paolo Baffi. In un precedente articolo viene riportata la testimonianza di Paolo Valente, perito industriale, nella quale afferma di aver accompagnato personalmente nella primavera del 1943 Paolo Baffi, allora ufficiale dell’esercito, a Cassino per disegnare mappe del territorio.  Nel redigere una di queste carte Baffi avrebbe invertito il nome del torrente Rapido con quello del fiume Gari, questo errore sarebbe poi stato pagato caro dalla trentaseiesima divisione di fanteria Texas, che tra il 20 e il 22 gennaio lasciò sul terreno 1681 soldati. Questa testimonianza viene contestata dai figli di Baffi, i quali affermano che il padre in quel periodo non si trovava a Cassino, poiché vi avrebbe prestato servizio solo dall’agosto all’8 settembre 1943. Soprattutto non aveva mai fatto riferimento, nei suoi racconti su Cassino, a stesure di carte militari. Analizzato il punto di vista di vari studiosi, come Cavallaro e Baris, secondo i quali era molto difficile che gli americani sbagliassero zona d’attacco e che la battaglia per lo sfondamento della linea Gustav fu costellata di errori primo tra tutti la distruzione dell’abbazia dove non si nascondeva nessun soldato tedesco; Dino Messina conclude il suo articolo affermando che il disastro non fu procurato da un errore nell’individuazione del punto di attraversamento ma nella strategia di attacco stabilita dal generale Mark Clark.

  • Il Giornale. 11 agosto 2002. Cultura e Spettacoli

Nell’abbazia dove infuriò la guerra dei mondi.

Lo scrittore Eraldo Affinati, nell’omaggio al generale Wladyslaw Anders, il liberatore di Cassino, ripercorre le fasi finali della battaglia che portò alla distruzione dell’abbazia nel 1944.

  • Ministero degli Affari Esteri. D.G.R.A.I. Commissione dei danni di guerra.

Richiesta di indennità per le perdite subite in servizio a causa di guerra, del Ministro Plenipotenziario di I° classe, Giovanni Capasso Torre di Caprara, al Ministero degli Affari Esteri. Nella richiesta il Ministro Capasso spiega che richiamato in servizio nell’ottobre 1943, si trasferiva con la famiglia a Venezia per dirigere l’Ufficio  di Collegamento tra il Ministero degli Esteri della Repubblica installato a Salò e il Corpo Diplomatico dei paesi del Tripartito concentrato a Venezia. Qui restò fino all’ottobre del 1944 quando fu incaricato di trasferirsi in Austria e precisamente a Zurs. Richiamato in Italia nel marzo 1945, dovette lasciare il territorio austriaco con mezzi di fortuna, potendo portare con se solo pochi effetti personali, lasciando invece il grosso del suo bagaglio al deposito della stazione ferroviaria di Langen. Ma l’autocarro sul quale venivano trasportati i bagagli fu requisito dai tedeschi e il bagaglio aperto e saccheggiato. Essendo venuto a conoscenza in ritardo della possibilità di poter essere risarcito delle perdite subite inoltra la sua richiesta nel 1952.

  • Archivio Amicarelli. Documenti della Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli
  • Dichiarazione di Nunziata Concetta custode della Facoltà di Architettura di Via  Monteoliveto  del 13 novembre 1943, nella quale afferma che i tedeschi il 13 settembre entrando nei locali della facoltà avevano portato via una macchina da scrivere ed effetti personali.
  • Lettera del Maggiore Hanibal M. Fiore del 27 ottobre 1943 nella quale autorizza il professore Vittorio Amicarelli ad entrare nella Facoltà di Architettura a Palazzo Gravina in Via Monteoliveto con una scorta militare per recuperare alcuni documenti importanti, macchine da scrivere, e altri strumenti necessari per il suo lavoro.
  • Direttive del Rettore dell’Università ai Presidi delle Facoltà in merito allo svolgimento degli esami speciali e di laurea, del 26 giugno 1943, con indicazioni per gli esami degli studenti militari per i quali raccomanda che venga usata ogni facilitazione sia nello stabilire le sedute d’esame e nel dare la precedenza sugli altri candidati, ma si raccomanda anche di eliminare il cosiddetto diciotto di guerra.
  • Richiesta di elenco di materiale didattico e scientifico distrutto per un eventuale risarcimento da chiedere al Comando Alleato. Ricostruzione delle partiche, dei fascicoli e documenti del personale andato distrutto a causa dell’incendio subito dall’Università il 12 settembre ad opera delle truppe tedesche. 
  • Raccolta Raimondi. Fotografie
    • Varie fotografie che ritraggono soldati in varie situazioni, seduti ai tavolini di un bar nella Galleria Umberto o seduti su dei gradini a chiacchierare. Foto del Vesuvio visto da Napoli, del lungo mare. Della Galleria Umberto e il Teatro San Carlo e alcuni particolari come un carro funebre.