Mostra sulla carta e materiali scrittori
16 novembre 2024
La carta, al pari di tutte le strutture composte da materiali organici, subisce con il tempo una modificazione del suo stato originario. Le sostanze che la compongono cambiano la loro forma molecolare, alterando quelle caratteristiche iniziali appositamente finalizzate ad usi specifici. L’invecchiamento dei materiali cartacei è quindi un processo evolutivo naturale, spontaneo e irreversibile che non può essere arrestato, al massimo, è solo possibile tentare di rallentarlo, minimizzando o eliminando tutte le cause che tenderebbero invece ad accelerarlo. Per favorire la conservazione bisogna controllare i Parametri ambientali cioè, umidità, temperatura, ventilazione e irraggiamento (naturale e artificiale), cercando di mantenere questi parametri entro certi valori. Carta, legno, cuoio, pergamena e tessili sono altamente igroscopici: cedono ed assorbono umidità dall’ambiente che li circonda. Cedendola si seccano e si contraggono Assorbendola si gonfiano e si sfaldano. L’umidità rappresenta, in pratica, l’acqua presente sotto forma di gas (vapore acqueo) nell’atmosfera: – più l’aria è calda, maggiore è la quantità di vapore acqueo in essa contenuto. Il livello massimo di vapore acqueo contenibile in una determinata quantità d’aria, ad una data temperatura, è detto saturazione. I parametri ottimali per la conservazione del materiale librario si identificano con la temperatura contenuta nei valori di 15 ° C (consigliabili nei depositi) e di 18-20° C (nelle sale di lettura) e con una umidità relativa nei valori compresi tra il 45% e il 65%. La luce, fonte naturale di energia, può essere sia riflessa che assorbita dagli oggetti sui quali incide. I materiali organici subiscono deterioramenti imputabili alla luce. Quando l’energia della luce viene assorbita, si innescano delle reazioni chimiche capaci di trasformare le materie costitutive l’oggetto interessato. Le trasformazioni dovute alla luce si manifestano con: – Cambiamenti di colore – Rottura delle fibre (aumento della fragilità) – Ingiallimenti – Decolorazione degli inchiostri e dei pigmenti. Con l’eccezione di inchiostri e miniature, i materiali di cui ci occupiamo sono costituiti da polimeri e l’attacco degli agenti degradanti sui polimeri causa delle modificazioni che interessano diversamente la struttura chimica formata dallo scheletro macromolecolare e dai gruppi laterali. Alla degradazione delle molecole si può a volte ovviare, mediante opportuni trattamenti chimici, ma se essa rompe i legami della macromolecola il materiale si depolimerizza. La lunghezza media delle macromolecole di cellulosa è un indice della resistenza del polimero. Se la cellulosa reagisce con l’acqua notiamo che le molecole di quest’ultima si depositano sulla superficie delle fibre e, non riuscendo a varcarne la struttura cristallina, allentano i legami senza però solubilizzare la cellulosa. Per questo l’acqua è uno dei maggiori agenti degradanti chimici. Ad esempio, in presenza di anidride solforosa (comunissima perché è il nostro inquinamento) insieme all’acqua e all’ossigeno, si può produrre acido solforico. Quest’ultimo, tramite l’umidità, permeerà le fibre producendo l’indurimento del materiale. Varie sono le cause che producono il cosiddetto foxing. Prima fra tutte la presenza di residui metallici all’interno del prodotto carta. A contatto con l’ossigeno dell’ambiente queste particelle si ossidano, macchiando indelebilmente di ruggine i fogli. Tra i processi di deterioramento dei materiali librari, quelli di tipo biologico sono tra i più frequenti; in particolari condizioni ambientali, o per eventi eccezionali, essi possono assumere aspetti e proporzioni imponenti. I maggiori agenti biologici di degrado sono: – Gli insetti – I microorganismi – I mammiferi (roditori e uomo). In Italia esistono circa 70 specie d’insetti che arrecano danni al patrimonio librario. Si dividono in due grandi gruppi: – Quelli che vivono nell’ambiente per i quali il libro è fonte di nutrimento; – Quelli che compiono il ciclo vitale nel materiale librario o nei legni e ne escono quando hanno raggiunto lo stadio adulto. • Insetti che vivono nell’ambiente per i quali il libro è fonte di nutrimento: • Blattidi scarafaggi • Lepismatidi pesciolini d’argento • Liposcelidi pidocchi del libro • Tèrmiti: Reticulitermes lucifugus Calotermes flavicollis. Le Blattidi comuni negli edifici, sono molto sporchi ed essendo onnivori, possono danneggiare tutte le parti del libro. Le loro erosioni sono superficiali ma molto estese. Coi loro escrementi fluidi lasciano anche tracce a forma di virgole. I lepismatidi o pesciolini d’argento preferiscono ambienti più umidi e provocano erosioni superficiali. Talvolta assottigliano la carta fino a renderla trasparente. Danneggiano molto il materiale fotografico perché amano la gelatina fotografica e i supporti cartacei trattati. I liposcelidi o pidocchi del libro sono molto piccoli e si possono considerare insetti spia, in quanto si nutrono di funghi microscopici e la loro presenza indica che nell’ambiente il tasso di umidità è elevato e sui materiali vi è sviluppo di muffe. I danni diretti sul materiale sono molto scarsi se si escludono lievi erosioni. Le tèrmiti Sono entrambe le specie molto dannose, anche se le Reticulitermes lo sono ancora in modo maggiore. Fuggono la luce e scavano vere e proprie gallerie. I danni non sono quasi mai evidenti all’esterno, visto che bloccano i loro cunicoli appena avvertono la luce. Ci sono insetti che compiono il ciclo vitale nel materiale librario: – Anobidae – Dermestidae tarli. I tarli, nel momento in cui si rileva la presenza degli insetti il danno è già avvenuto poiché essi compiono l’intero ciclo vitale nel libro. Gli anobidi scavano tortuose gallerie che vanno solitamente dai margini verso il centro del libro. I dermestidi provocano perforazioni irregolari lasciando spoglie ed escrementi. I materiali che costituiscono i libri sono attaccati dai microorganismi: – Batteri – Lieviti – Funghi Provocano alterazioni cromatiche e strutturali. Nella mostra che l’Associazione Amici degli Archivi onlus presenta in occasione del Workshop per la conservazione dei beni culturali vengono presentati tutti quegli strumenti che vengono in aiuto alla conservazione. Come pennelli per spolverare libri antichi, scatole di conservazione per proteggere volumi e documenti o stampe più delicate e altri strumenti come punteruoli o stecche in osso per un primo intervento di restauro della carta.