1944. Ritorno alla libertà tra memoria e storia

 Il 1944 è stato un anno di svolta nella storia non solo del nostro paese: per tutti è l’anno che decide definitivamente la fine della Seconda Guerra Mondiale. Attraverso la mostra temporanea ricordiamo gli avvenimenti che hanno coinvolto l’Italia, ma in particolare il Meridione dalla firma dell’armistizio alla liberazione di Roma. Alla notizia della firma dell’armistizio di Badoglio con gli alleati, la reazione dei tedeschi fu vendicativa e  distruttiva. Il percorso parte da quella che possiamo definire il simbolo della barbarie del conflitto, la distruzione dell’Abbazia di Montecassino e la battaglia di Cassino. Conserviamo, infatti, le cartoline che furono vendute per finanziare la ricostruzione dell’Abbazia, dall’iniziativa “Com’era…com’è” in occasione della Giornata di Montecassino, celebrata il 21 settembre 1947, promossa dall’appello al Popolo Italiano del 16 luglio 1947. In mostra anche un articolo del Corriere della sera del 19 settembre 2007 intitolato: Cassino e gli storici: le mappe erano esatte. L’errore fu militare. « Il generale Clark sbagliò strategia», un articolo sulla battaglia della linea Gustav e il ruolo di Paolo Baffi.

  In un articolo precedente viene riportata la testimonianza di Paolo Valente, perito industriale, nella quale afferma di aver accompagnato personalmente nella primavera del 1943 Paolo Baffi, allora ufficiale dell’esercito, a Cassino per disegnare mappe del territorio. Nel redigere una di queste carte Baffi avrebbe invertito il nome del torrente Rapido con quello del fiume Gari, questo errore sarebbe poi stato pagato caro dalla trentaseiesima divisione di fanteria Texas, che tra il 20 e il 22 gennaio lasciò sul terreno 1681 soldati. Questa testimonianza viene contestata dai figli di Baffi, i quali affermano che il padre in quel periodo non si trovava a Cassino, poiché vi avrebbe prestato servizio solo dall’agosto all’8 settembre 1943 e soprattutto non aveva mai fatto riferimento, nei suoi racconti su Cassino, a stesure di carte militari.

Dal punto di vista di studiosi come Cavallaro e Baris, era molto difficile che gli americani sbagliassero zona d’attacco e che la battaglia per lo sfondamento della linea Gustav fu costellata di errori primo tra tutti la distruzione dell’abbazia dove non si nascondeva nessun soldato tedesco; Dino Messina conclude il suo articolo affermando che il disastro non fu procurato da un errore nell’individuazione del punto di attraversamento, ma nella strategia di attacco stabilita dal generale Mark Clark. L’abbazia in quel periodo custodiva anche importantissime opere e tesori, giunti li da ogni parte del Meridione, tra cui il Tesoro di San Gennaro, che prima della distruzione dell’Abbazia furono portate in salvo in Vaticano ma altre furono invece  trasferite in depositi nazisti, riguardo a queste, abbiamo il discorso di Guido Conella tenuto il 9 novembre 1947 alla Farnesina per la cerimonia dell’inaugurazione della Mostra delle opere di arte recuperate in Germania. Erano presenti alla cerimonia il Presidente della Repubblica De Nicola, il Presidente del Consiglio De Gasperi, i membri del Governo e del Corpo diplomatico, il Generale Clay, governatore della zona americana della Germania. Ritornando a Napoli, in quegli anni si registrò l’ultima eruzione del Vesuvio, che iniziò il 18 marzo 1944 e si protrasse fino al 2 aprile , di questo avvenimento riportiamo in mostra due foto. Nello stesso anno, un ritardo del Santo nel miracolo della liquefazione del sangue che come riporta un Supplemento al Roma Speciale San Gennaro, secondo gli abitanti di Forcella, fu una protesta del Santo alla presenza dei soldati anglo americani in città di professione protestante. Sempre riguardo al culto di San Gennaro, un articolo del 1947 sulla processione degli Inghirlandati, che partendo dal Duomo sarebbe dovuta arrivare alla Basilica di Santa Chiara ma, a causa della distruzione di quest’ultima durante i bombardamenti, il punto d’arrivo fu spostato alla Chiesa del Gesù Nuovo. Su gli ultimi bombardamenti tedeschi del 1944 mostriamo la pubblicazione “Il regno del cielo non è più venuto”, catalogo della mostra a cura di Sergio Villari e altri.

Un fenomeno che dilagherà nella città di Napoli a partire dal 22 aprile 1944 sarà quello della prostituzione, sarà uno degli aspetti più tristi dovuto alla presenza alleata a Napoli, a causa della fame e della mancanza di beni essenziali che spingerà un numero vastissimo di donne non solo dei ceti sociali più poveri ma anche di famiglie borghesi a questa scelta  degradante. In mostra alcune foto tratte da Storia Fotografica di Napoli. Conserviamo, infine, fotografie del 1944 da una raccolta del professor Raimondi, fotografie che ritraggono soldati in varie situazioni, seduti ai tavolini di un bar nella Galleria Umberto o seduti su dei gradini a chiacchierare. Foto del Vesuvio visto da Napoli, del lungomare. Della Galleria Umberto e il Teatro San Carlo e alcuni particolari come un carro funebre.

Rassegna Stampa​